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Il loop del Web

code_block_iconCos’è il Loop del Web? La vita e’ ciclica ed un uomo che stimo, spesso mi ripeteva che la storia si ripete. Cambiano gli scenari, pero’. La storia del web, ad esempio, e’ piena di cicli e di storie che vanno ripetendosi da ormai 20 anni.

Mi riferisco a Mosaic che da quando venne creato nel 1993, primo browser della storia della rete, venne superato per prestazioni e grafiche da Netscape qualche anno piu’ tardi (realizzato sempre dallo stesso programmatore del primo navigatore). Superato a sua volta da Internet Explorer, che inizio’ ad avere problemi di popolarita’ per una causa intentata e vinta magistralmente (oltre che organizzata a puntino) da Marc Andreessen. Arrivarono poi Modzilla, Opera, Safari, Chrome ed una decisione dell’Antitrust che impose alla Microsoft di offrire la scelta ai propri utenti su quale browser usare nei sistemi operativi Windows.
C’era una volta Napster, apripista del file-sharing dove oggi probabilmente in pochi ricorderanno o, nel caso dei giovanissimi, non conosceranno neanche. C’era una volta il blog e adesso ci sono i cinguettii. Nel caso dei pc c’era una volta il Vic20 e prima ancora l’italianissimo P6060. C’era una volta un sistema operativo sviluppato dalla Xerox dal nome in codice “Alto” che prevedeva prima ancora della Apple e Windows il sistema a finestre ed addirittura porte simili alle attuali USB. C’era una volta MySpace, venduto alla cifra recordi di 580 milioni di dollari a Rupert Murdoch e rivenduta recentemente a 35 milioni di dollari a Specific Media, societa’ dove risulta essere socio Justin Timberlake.
Tra un po’ di tempo, probabilmente scrivero’ c’era una volta Facebook e/o c’era una volta Google+.
Ognuno degli esempi citati fin’ora sono tutti accomunati da retroscena sconosciuti ai meno addentrati della materia oppure da evidenti strategie sbagliate come nel matrimonio IBM – Microsoft che giovo’ sicuramente a Bill Gates per finire a bolle di sapone riconducibili alle speculazioni di borsa come accadde alla fine del secolo scorso con la tristemente nota Bolla delle DotCom (.com). Ma cosa decreta successo o insuccesso di un prodotto? Cosa c’e’ realmente dietro? Al momento le battaglie a cui stiamo assistendo sono relative ai sistemi operativi che si scontreranno tra qualche anno quando il cloud sara’ una realta’. Google ha iniziato da un po’ di tempo lanciando il browser Chrome e successivamente il sistema operativo leggero Chrome OS probabilmente la strategia e’ quella di fidelizzare gli utenti del motore di ricerca sul browser prima e gli stessi sul sistema operativo dopo. Modzilla Foundation che da anni e’ impegnata allo sviluppo di Firefox ha recentemente annunciato l’inizio dello sviluppo di un OS targato volpe di fuoco. Microsoft, attiva da molto tempo con le aziende di tutto il mondo, le sta guidando poco per volta sul cloud dove il passo per integrare Windows 7 o 8 dal client al web sara’ semplice. Non sono neanche casuali le acquisizioni degli ultimi mesi. Ma come recitava un famoso film del secolo scorso, il Paradiso puo’ aspettare. Il Cloud, dove anche la Apple ha iniziato a buttare i suoi ami, per diventare Paradiso (ovvero realta’) dovra’ ancora attendere qualche anno. Quello che pero’ e’ uno scontro epico e visibile agli occhi di tutti e’ tra l’attuale leader dei siti di Social Network e l’attuale leader delle ricerche sul web che cerca di esserlo anche su altri fronti.
Anche nel caso di Facebook la sua nascita e vita e’ piena di misteri, cosi come Google che per i primi anni di attivita’ ha solo attinto un sacco di dollari dai Capital Venture della California. Ma cosa sta accadendo in realta’? E’ di qualche giorno fa la notizia che Android, tra i 56 paesi che Google copre, il sistema operativo mobile e’ leader in 35, sopratutto nei paesi Bric (Brasile, Russia, India, Cina), quindi in via di sviluppo. Ottimo risultato sia perche’ oltre la meta’ dei paesi serviti sono anche fruitori di servizi che vanno oltre quelli standard (come ad esempio il solo motore di ricerca); sia perche’ a livello numerico paesi come Cina e Russia superano di gran lunga i cittadini europei e di conseguenza, prospettive di grandi margini di guadagno. In Europa e’ ancora leader la moda della mela mentre negli States la scelta e’ al 50% tra i prodotti smartphone e tablet divisi tra Android e Apple. Ma perche’ tutto cio’? Analisti e studiosi concordano nel fatto che il successo e’ da attribuire al numero di sviluppatori che circondano le varie aziende, dalla facilita’ di realizzazione e dai margini di guadagno.  Non e’ un caso che aziende come Facebook, Apple, Google e Microsoft forniscano kit di sviluppo per realizzare applicazioni per le proprie piattaforme. C’e’ solo da guadagnare perche’ la formula matematica potrebbe essere piu’ o meno la seguente:
-dipendenti +  App = +guadagni. Ogni sviluppatore anche senza capacita’ di programmazione, utilizzando kit di sviluppo come ad esempio Appcelerator o X-Code della Apple (abbastanza intuitivo), puo’ sbizzarrirsi con la propria fantasia e dare vita ad App che a sua volta puo’ caricare sugli store delle aziende, farsi pubblicita’, vendere e dividere i guadagni con lo store. Quanti piu’ sviluppatori un’azienda riesce ad avere, quanto piu’ riesce ad essere semplice il kit di sviluppo, tanto piu’ avra’ successo. Sembra averlo capito abbastanza bene Google e poco meno Apple o Facebook.
Infatti i numeri danno ragione a BigG che dopo l’acquisizione di Android e il rilascio del kit di sviluppo Android, App Inventor, ha quasi superato Apple in numero di applicazioni e fruitori. Stesso discorso si sta “ripetendo” per Google+. L’azienda di Mountain View puo’ contare gia’ su un qualcosa come 175.000 sviluppatori che utilizzano software come Appcelerator che, ricordiamo,  non e’ il kit di sviluppo ufficiale per Android. Apple che da sempre vendendo hardware e software riesce a stare solo dietro a chi produce software (come nella battaglia con Windows) in questo momento storico dove avendo aperto il mercato agli smartphone e tablet pc ed essendone diventata momentaneamente leader superando Nokia (altra azienda alla c’era una volta) ed alla pari con Samsung, si ostina a rilasciare per i soli possessori Mac il kit di sviluppo X-Code. D’altra parte Steve Jobs e’ gia’ riuscito una volta a farsi “sbattere” fuori dall’azienda che creo’ per poi ritornarci recentemente ma riproponendo la stessa ricetta: oggetti “cool”. Sicuramente anche nelle strategie del piu’ grande venditore di computer del mondo c’e’ un disegno piu’ ampio di quel che si vede. Non e’ un caso che la Apple proponga una volta all’anno lo stesso prodotto aggiungendo poco per volta qualche piccola innovazione, non prevedendo il file-system sui propri dispositivi mobili ma annunciando in pompa magna iCloud. Non e’ un caso che la Apple abbia deciso di non supportare flash sui propri dispositivi e non e’ un caso che sia iniziata una guerra all’ultimo brevetto con Samsung. Insomma, “il tempo va, passano le ore e finalmente faremo l’amore” diceva Alex Britti “una volta”. Il web corre veloce e le regole del marketing e le strategie di investimento vengono ridisegnate quasi settimanalmente. Quello che attualmente e’ il re dei social network, che da mesi annuncia il lancio nei listini di Wall Stree, se aspetta ancora altro tempo rischiera’ di non avere il successo di borsa sperato da lui e dai suoi investitori. Probabilmente altre bolle stanno per scoppiare ed altri scenari si prospetteranno ai nostri occhi. La Apple che al momento gode di record di incassi ha lo spettro dell’uscita di scena di Jobs a causa del suo stato di salute. Brin e Page hanno chiuso i Labs di Google da dove hanno sfornato diversi successi come Maps, News, E-Commerce per dedicarsi alla “momentanea” guerra sulla “momentanea” tendenza dei social network. Chi avra’ ragione lo potra’ dire solo il tempo ma nel frattempo altri competitor si aggiungeranno, nuove tendenze nasceranno e anche le nostre abitudini cambieranno. In fondo: “Show must go on”.

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