Nuovo black-out della server farm piu’ utilizzata in Italia, quale Aruba.it.
L’azienda, con sede legale ad Arezzo ed attiva in diversi paesi europei, rende noto che il blocco avvenuto per qualche ora nella giornata di sabato 9 luglio 2011, si e’ verificato a causa di un guasto all’alimentazione e che in qualche modo e’ una conseguenza dell’altro black-out avvenuto nell’ aprile 2011. L’azienda ha diffuso un comunicato stampa scusandosi con i numerosi clienti dove informa che la societa’ sta attuando diverse soluzioni al fine di ridurre drasticamente disagi nei servizi offerti.
La societa’ Aruba S.p.a. e’ attiva nei servizi internet dal 1994 inizialmente come Technorail S.r.l., passando poi per la denominazione Technet.it fino all’aprile 2000 dove il marchio viene prima affiancato e poi completamente sostituito da Aruba.it.
Nel 2004, la societa’ cambia ragione sociale trasformandosi da S.r.l. a societa’ per azioni acquistando le società Alicom s.r.l. (Tol.it) e 9Net s.r.l. (9net.it).
Nel 2005 lasocieta’ si affaccia al mercato europeo investendo nella Republica Ceca e slovacca acquistando Widestore s.r.l. (Widestore.net) e le societa’ Internet CZ A.s. e Internet SK S.r.o. tramite il marchio Forpsi.com (direttamente controllata da Aruba).
Il 2006 e’ la volta della Polonia dove la societa’ aretina acquisisce l’azienda Alphanet Z.s.p.o. mentre in Italia i gruppi Seeyes s.r.l. e Masterweb s.r.l. Nello stesso anno viene fondata la Aruba PEC S.p.A. in qualita’ di gestore certificato accreditato presso il Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA) e come gestore di posta elettronica certificata autorizzata all’emissione di firme digitali.
Il 2007 e’ l’anno in cui vengono acquisite sul mercato italiano Natan.it, Websolutions.it e Cassiopea.it. Nello stesso periodo l’investimento europeo e’ concretizzato in Ungheria con l’acquisto di BlazeArts Kft.
Nel 2008, la societa’ termina un lungo periodo di “shopping” rilevando le societa’ italiane ConsultingWeb.it, Hostingplan.it ed Olimont.com.
La societa’ e’ cresciuta in maniera meritocratica senza mai chiedere un euro allo stato e sfruttando quello che in marketing viene definito un passaparola di qualita’ tra i propri clienti soddisfatti di bassi prezzi e alti servizi.
Aruba.it negli anni si e’ differenziata per una politica di prezzi abbastanza accessibili e affidabili. Si potrebbe definire la RyanAir per i servizi internet. Gli “incidenti” del 2011 possono non fare testo se si considera che in 16 anni di attivita’ i primi disservizi si son verificati proprio in questo periodo e risolti nel giro di poche ore.
Cio’ nonostante alcune associazioni di tutela, nelle ultime ore stanno organizzando operazioni di class-action nei confronti di Aruba. Personalmente, seppur cliente Aruba da diversi anni, non me la sento di avviare alcuna forma di protesta o da parte dei miei clienti. Recentemente blocchi delle “macchine” (perche’ di questo si parla), hanno coinvolto numerose aziende a livello mondiale quale Google ad esempio con diversi disservizi (per giorni) nelle caselle di posta Gmail; Skype, Facebook. Problemi anche per Sony che dopo un attacco hacker si e’ vista portar via dati di migliaia di clienti. Cio’ che e’ accaduto ad Aruba, ovviamente mi auguro che rimanga un caso isolato, altrimenti avrebbero ragione i suoi detrattori a parlare di una crescita troppo veloce ed evidentemente mal gestita, ma la riflessione che si dovrebbe fare e’ la seguente:
Ma in questa epoca sempre piu’ orientata al cloud (cioe’ utilizzare sempre piu’ servizi in rete di storage o “conservazione” come dati personali, musica e files di ogni genere), affidare a delle macchine le nostre abitudini, e’ davvero cosa giusta?
Nuovo black-out della server farm piu’ utilizzata in Italia, Aruba.it.
L’azienda, con sede legale ad Arezzo ed attiva in diversi paesi europei, rende noto che il blocco avvenuto per qualche ora nella giornata di sabato 9 luglio 2011, si e’ verificato a causa di un guasto all’alimentazione e che in qualche modo e’ una conseguenza dell’altro black-out avvenuto nell’ aprile 2011.
L’azienda ha diffuso un comunicato stampa scusandosi con i numerosi clienti dove informa che la societa’ sta attuando diverse soluzioni al fine di ridurre drasticamente disagi nei servizi offerti come quelli delle ultime ore.
La societa’ Aruba S.p.a. e’ attiva nei servizi internet dal 1994 inizialmente come Technorail S.r.l., passando poi per la denominazione Technet.it fino all’aprile 2000 dove il marchio viene prima affiancato e poi completamente sostituito da Aruba.it.
Nel 2004, la societa’ cambia ragione sociale trasformandosi da S.r.l. a societa’ per azioni acquistando le società Alicom s.r.l. (Tol.it) e 9Net s.r.l. (9net.it).
Nel 2005 lasocieta’ si affaccia al mercato europeo investendo nella Republica Ceca e slovacca acquistando Widestore s.r.l. (Widestore.net) e le societa’ Internet CZ A.s. e Internet SK S.r.o. tramite il marchio Forpsi.com (direttamente controllata da Aruba).
Il 2006 e’ la volta della Polonia dove la societa’ aretina acquisisce l’azienda Alphanet Z.s.p.o. mentre in Italia i gruppi Seeyes s.r.l. e Masterweb s.r.l. Nello stesso anno viene fondata la Aruba PEC S.p.A. in qualita’ di gestore certificato accreditato presso il Centro Nazionale per l’Informatica nella Pubblica Amministrazione (CNIPA) e come gestore di posta elettronica certificata autorizzata all’emissione di firme digitali.
Il 2007 e’ l’anno in cui vengono acquisite sul mercato italiano Natan.it, Websolutions.it e Cassiopea.it. Nello stesso periodo l’investimento europeo e’ concretizzato in Ungheria con l’acquisto di BlazeArts Kft.
Nel 2008, la societa’ termina un lungo periodo di “shopping” rilevando le societa’ italiane ConsultingWeb.it, Hostingplan.it ed Olimont.com.
La societa’ e’ cresciuta in maniera meritocratica senza mai chiedere un euro allo stato e sfruttando quello che in marketing viene definito un passaparola di qualita’ tra i propri clienti.
Aruba.it negli anni si e’ differenziata per una politica di prezzi abbastanza accessibili e affidabili. Si potrebbe definire la RyanAir per i servizi internet. Gli “incidenti” del 2011 possono non fare testo se si considera che in 16 anni di attivita’ i primi disservizi si son verificati proprio in questo periodo e risolti nel giro di poche ore.
Cio’ nonostante alcune associazioni di tutela, nelle ultime ore stanno organizzando operazioni di class-action nei confronti di Aruba. Personalmente, seppur cliente Aruba da diversi anni, non me la sento di avviare alcuna forma di protesta o da parte dei miei clienti. Recentemente blocchi delle “macchine” (perche’ di questo si parla), hanno coinvolto numerose aziende a livello mondiale quale Google ad esempio con diversi disservizi (per giorni) nelle caselle di posta Gmail; Skype, Facebook. Problemi anche per Sony che dopo un attacco hacker si e’ vista portar via dati di migliaia di clienti. Cio’ che e’ accaduto ad Aruba, ovviamente mi auguro che rimanga un caso isolato, altrimenti avrebbero ragione i suoi detrattori a parlare di una crescita troppo veloce ed evidentemente mal gestita, ma la riflessione che si dovrebbe fare e’ la seguente:
Ma in questa epoca sempre piu’ orientata al cloud (cioe’ utilizzare sempre piu’ servizi in rete di storage o “conservazione” come dati personali, musica e files di ogni genere), affidare a delle macchine le nostre abitudini, e’ davvero cosa giusta?